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mai più dietro un pilastro

Se Mazzarri e Cavani vanno via è colpa di De Laurentiis

Dice: “Non dovete preoccuparvi della partenza di Cavani o Mazzarri, ma solo che De Laurentiis non si rompa i coglioni e se ne vada, ma voi state tranquilli perché io amo il Napoli”. È Aurelione nazionale alla sua ultima esternazione, ieri sera, dopo la cena con la squadra a Villa D’Angelo. Dividiamo l’affermazione in tre e analizziamola.delaurentisPrima il presidente ci rassicura: se Cavani e Mazzarri se ne vanno, sopravvivremo. Vivaddio, una cosa che ci conforta assai. Troveremo un altro campionissimo da 28 gol in una stagione, capocannoniere per la seconda volta in campionato dopo Maradona (che ne segnò, nel 1987-88, 15) e 103 in totale, a un passo dal record di Maradona (che ne ha segnati 115), lo pagheremo due noccioline e vinceremo lo scudetto? Sì. Perché qualunque allenatore arriverà, ci farà vincere. A che ci serve Mazzarri? A niente. Persino Guidolin va benissimo. Eccheccazz.
Secondo: l’unico dio assoluto del Napoli calcio è lui, Aurelio. E c’ha ragione. Perché ha un’abilità straordinaria a spostare l’attenzione dei tifosi, ad ingraziarseli con i suoi modi gentili e disinvolti. “Io so’ io e voi non siete un cazzo”: ecco la filosofia dell’immenso Aurelio. Una filosofia che i tifosi (non tutti, ma la maggior parte sì) gli appoggia in toto, pronti poi a dare del visionario pazzo arrogante a qualunque altro povero cristo, in qualsiasi altro settore, pensi di essere un dio, a torto o a ragione. Io lo ammiro, Aurelio, perché in fondo mi piacciono gli “sboroni”, mi divertono. Mi piace chi ha una concezione talmente alta di se stesso da risultare simpatico, quasi geniale, nelle sue esternazioni da divo del mondo. Mi piace, ma se Mazzarri e Cavani se ne vanno la colpa è sua. Perché non ha costruito una squadra all’altezza di arrivare in Champions, né di gareggiare per lo scudetto, poco importa che ce lo siamo giocato con la Juve per qualche settimana, eravamo inferiori. Se siamo arrivati in Champions lo dobbiamo solo a Mazzarri, che ha fatto il miracolo con il materiale che aveva, perché sì, abbiamo qualche fuoriclasse, ma la squadra non è in grado di reggere pressioni sovrumane, dobbiamo mangiare ancora tanta polvere. Cosa ha promesso DeLa per l’anno prossimo? Su cosa potrebbe contare Mazzarri? E’ il sesto anno consecutivo che il bilancio del Napoli è in pareggio e di questo diamo atto al presidente e lo ringraziamo. Ma se è vero che noi, a Napoli, non abbiamo vinto un cazzo, come ci ricordò pochi mesi fa (e lo ringraziarono pure), è altrettanto vero che non abbiamo vinto un cazzo manco da quando c’è lui. Solo che se lo dimentica. La cosa che spaventa è che se lo dimentichino anche i tifosi. Che diano tutti addosso a Mazzarri senza nemmeno soffermarsi sulle promesse del presidente, promesse che non ci sono, appunto. Il suo monito, oggi, suona una volta ancora come una minaccia. Se me ne vado io siete fottuti, questo sembra. E c’ha ragione, visto che qualcuno, in passato, l’ha anche pregato di restare, di non abbandonarci, nel tipico stile del popolo napoletano, che non sa vivere senza appellarsi a qualche santo in Paradiso, sia pure nel Paradiso del calcio.
Terzo: “Io amo il Napoli”, dice. E implicitamente è come se dicesse che invece Cavani e Mazzarri se ne fregano. Ottimo modo di gestire una squadra, uno spogliatoio, di riappacificare gli animi e vivere un’estate serena. Dice che non ci dobbiamo preoccupare. No, presidente, non siamo preoccupati. Siamo solo un po’ attoniti. Ma non per quello che dice lei, ma perché stamattina le banane sono finite e noi non sappiamo che mangiare. Nel mondo di noi scimmie primitive e con l’anello al naso e l’osso sui capelli roba del genere manda all’inferno della disperazione più nera.
Grazie, presidente, di tutto. Ossequi. Non ci lasci, per carità. Dovessimo morire?

(da http://www.paralleloquarantuno.it)

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