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mai più dietro un pilastro

Altro che illuminista, Walter, sei un conservatore

Avranno capito, gli intellettuali napoletani, il manifesto che hanno firmato? O pensavano di apporre l’autografo al loro ultimo libro? Il quesito sorge spontaneo alla luce delle dichiarazioni post partita di Mazzarri, ieri. Perché a me più che illuminista, è sembrato piuttosto un sacerdote. walterfotoIl difensore dell’immobile liturgia del calcio, quello spazio dove la censura e le bugie sono ormai diventate più maestose e spudorate di quelle che affollano il panorama politico italiano. Un conservatore, uno che ama che niente venga toccato, che l’ordine costituito sia rispettato.
Dice che ha voluto scegliere lui i tempi per comunicare l’addio ai tifosi, ma non gli è riuscito neanche questo: da giorni i giornali titolavano sul suo andare via. Cosa aspettava a confermare la notizia? L’ha detto ieri: se i suoi ragazzi l’avessero saputo prima non avrebbero vinto contro il Siena. Però, che stima che nutre nei calciatori che ha spremuto fino all’osso, e che gli hanno reso possibile arrivare fin qui. Poveri bambini: senza la sua guida illuminata sono a terra. Bravo Behrami alla fine del primo tempo: “Vinciamo per il Napoli, altro che Mazzarri”. Suonava più o meno così. Vivaddio.
Non ha parlato, alla fine, Walter, non ha detto perché se ne va. Ha elogiato il presidente affermando che il rapporto con lui è sempre stato ottimo, che anzi, negli ultimi tempi era persino migliorato. Ha perso l’occasione per dire la verità. Perché non è un delitto non condividere la linea societaria. Non fa di te un mezzo uomo dichiararlo apertamente, anzi. È stato ipocrita e assai poco astuto, perché ha perso anche un po’ dell’affetto dei tifosi che lo avrebbero ricordato in modo diverso. Lui, sempre così fumantino in campo, si è rivelato niente di più che un conformista, un arido sostenitore dell’ordine costituito, quello che farà sempre attribuire al Milan un rigore fasullo, che permetterà sempre alla Juve di rivendicare 31 scudetti alla faccia della giustizia sportiva, che farà sempre inneggiare al Vesuvio negli stadi senza alcuna punizione esemplare.
Ha detto che non ha più stimoli, che si deve fermare per pensarci. Ma quale stimolo maggiore può esserci se non che il prossimo passo è la vittoria dello scudetto? Quale, se non superare il girone Champions che l’altra volta non ci è riuscito di fare? Quale migliore stimolo se non vincere, finalmente, qualcosa?
Ci vorrebbe una festa, oggi, per salutare Mazzari. Un’esplosione di colori e tappi di champagne per ringraziarlo, certo, di ciò che ha fatto per noi, ma anche per dirgli che possiamo fare di più e che per questo gli diciamo felicemente addio.
Mentre scrivo ancora non si sa chi sarà il prossimo allenatore del Napoli. I tifosi (molti tra essi, almeno) piangono perché il loro “salvatore” li ha lasciati. Il solito guardarsi indietro. Dopo Maradona pensavano tutti fosse finita per sempre, poi è arrivato Edinson, con i suoi record e la possibilità di superare anche Diego. Per carità, niente paragoni, ma forse il mondo non finisce con l’addio di un giocatore e neppure con l’addio di Walter, no?
Se arriverà Benitez sarò felice. Uno che fino ad ora ha stravinto, e che, tra l’altro, ha fallito l’ultima volta in Italia, con l’Inter, e che per questo giocherà con il sangue agli occhi per la voglia di rivalsa. Come si addice a un vincente, appunto.
L’anno sabbatico Walter se lo prende, forse, perché non ha avuto altre offerte, e, soprattutto, perché non regge. Allo stress, alla competizione, all’affetto sclerotico dei tifosi. Non ce la fa. Il che non vuol dire condannarlo alle pene dell’inferno. Ma riconoscere che illuminista proprio non è.
Lo ringrazio, perciò, infinitamente, ma lo saluto con gioia. Forse, da settembre, potremo vedere in campo tutti i giocatori, non solo i soliti, cari a Walter. Forse potremo lottare per lo scudetto e vincerlo. Forse avremo un nuovo progetto, un’altra squadra, un altro modulo e nuovi schemi. Il futuro è bello, non deve far paura. L’importante è avercelo, un futuro. Guadarsi avanti, perché guardarsi indietro distoglie dalla vita. L’errore che hanno sempre fatto anche gli intellettuali della città: mai uno spunto, un guizzo, un’idea innovativa. Solo sterile critica, quando non c’è più niente da tirare nella rete, e sempre il sedere sulla sedia. Da perfetti illuministi, appunto. Peccato che l’Illuminismo sia tutta un’altra cosa. Napoli merita di più, i tifosi e il Napoli pure. Per carità. Addio, Walter. Non ti dimenticheremo mai. Ma ci prenderemo ciò che ci spetta. E tu, invece, no. Non ne hai avuto il coraggio.

(da http://www.paralleloquarantuno.it)

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