ilariapuglia

mai più dietro un pilastro

Acqua.

Ciao, Octo. Fuori c’è un bel sole, il cielo è limpido, eppure non mi va proprio di uscire. Ultimamente passo un sacco di tempo in casa. Ho letto da qualche parte che puoi lasciar fuori la vita, basta che non le apri la porta, e allora me ne sto qua a guardare il soffitto. Oppure vado su e giù, prendo le misure. Sposto oggetti e mobili per sentirmi a casa e il risultato è sempre lo stesso, c’è sempre qualcosa fuori posto. Come se mi scappasse qualcosa dalle mani. Come se mi scivolasse via l’acqua tra le dita. Tipo come quando riempi il bicchiere più bello che hai, quello colorato di blu che ti piace tanto, stilettato e fragile, lo riempi fino all’orlo e poi trabocca tutto e, mentre prendi il panno per asciugare il fradiciume, ti scappa il gomito e lo rovesci. E così, resti senz’acqua da bere, solo la seccatura di dover ripulire il danno. Ecco. E’ così che mi sento. Dovrei imparare a tenere a freno la lingua. Impararlo davvero, una volta per tutte, intendo. Magari resterebbe un po’ d’acqua nel bicchiere, magari riuscirei a bere e passerebbe tutta questa sete. O, magari, semplicemente non mi sentirei così inutilmente bagnata. E riuscirei ad ascoltare la voce dell’acqua sulle pietre. Quella che mi manca tanto. Il torrente in piena. La cascata. Ho voglia di bere un po’ di pioggia, appena inizierà.

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Un pensiero su “Acqua.

  1. Lisa in ha detto:

    bellissimo!

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